Cosa è successo a maggio?
Tra tempesta solare geomagnetica di livello 5, arrivo sulla terra di espulsioni di massa coronale dal Sole, accumulo di particelle cariche provenienti dal nostro astro nelle Fasce di Van Allen, black-out nelle comunicazioni radio e fenomeni aurorali, il mese di maggio ci ha portato un po' di "colore"...
Lo scorso mese di maggio siamo stati testimoni di spettacolari "imprese" del Sole, che hanno causato per diversi giorni - anche se non consecutivi - dei veri e propri black-out propagativi. Se ne sono accorti anche i radioamatori; e ce ne siamo accorti anche noi SWL-BCL che per giorni non siamo più riusciti ad ascoltare non solo le stazioni rare o distanti, ma anche le emittenti più forti e viciniori. Il centro di previsione meteorologica dell’agenzia statunitense NOAA (che già giovedì 9 maggio aveva diramato un’allerta per eruzioni solari multiple dirette verso la Terra, con arrivo previsto tra venerdì e sabato) parla della prima tempesta geomagnetica "estrema" (di livello 5 su una scala di 5) dal 2003 ad oggi; il NOAA avvertiva gli operatori satellitari e di rete di prepararsi ad interruzioni di energia o di comunicazione dovute alla tempesta. Nel frattempo i primi problemi, secondo l’agenzia americana, si erano già verificati: i sistemi GPS si erano degradati o sono rimasti inutilizzabili per ore. Le comunicazioni radio risultavano sporadiche o interrotte. Sempre il NOAA spiega che si tratta di un bombardamento della Terra con particelle subatomiche che disturbano e spesso distruggono i sistemi di navigazione, interferendo con i segnali radio e le infrastrutture elettriche.
E non basta: le perturbazioni nel campo geomagnetico terrestre in occasione di fenomeni del Sole di tale portata inducono delle correnti elettriche sul suolo terrestre e possono compromettere le linee di trasmissione. Completamente immune invece, fa sapere il NOAA, le rete di telefoni cellulari, mentre il fenomeno, rassicurano gli esperti dell’agenzia americana, non dovrebbe avere un impatto diretto sulla sicurezza pubblica e nessun impatto di primo ordine sui dispositivi elettronici di consumo. In effetti a parte il pressoché totale black-out che tutti noi abbiamo avuto modo di sperimentare, e qualche problema di geolocalizzazione per mezzo del sistema GPS, non dovrebbe essere successo molto altro alla cittadinanza. Discorso diverso, ovviamente, è stato per i Centri di ricerca, per i delicati strumenti di misura e di controllo, per i telerivelamenti e forse anche altro.
In realtà il segno più diretto e tangibile di questa straordinaria attività solare sono stati dei fenomeni aurorali parossistici e non rilevabili, di norma, alle nostre latitudini. Oltre a fenomeni di aurora boreale fotografati da esperti o dilettanti in po' in tutto l'emisfero Nord del pianeta, si sono verificati anche archi aurorali rosso-stabili o SAR (Stable Auroral Red arches). Le attuali teorie suggeriscono che questi archi rossi siano il risultato di processi di risonanza ciclotronica inversa che coinvolgono particelle cariche, principalmente elettroni, nell'alta atmosfera terrestre. Questa risonanza ciclotronica può causare un'accelerazione direzionale delle particelle elettricamente cariche lungo il campo magnetico, portando alla formazione di un flusso di elettroni che può eccitare gli atomi di ossigeno nell'atmosfera superiore. L'eccitazione degli atomi di ossigeno porta alla loro ionizzazione e successiva ricombinazione con gli elettroni, con conseguente emissione di fotoni. La lunghezza d'onda specifica emessa durante questo processo di ricombinazione può cadere nella regione dello spettro visibile, manifestandosi come luce rossa. Questa emissione luminosa concentrata lungo linee magnetiche specifiche può dar luogo agli archi rossi aurorali stabili, che assumono una forma arcuata a causa della configurazione del campo magnetico terrestre. (fonte 3B Meteo)
Ritornando con i piedi per terra... Giusto il pomeriggio di sabato 11 maggio ci siamo ritrovati (un gruppo di incalliti ascoltoni dell'area torinese) a casa di Bettino a Torino, sia per rivederci e fare quattro chiacchiere de visu, sia per tentare di ascoltare qualche segnale radio. Tra lo stupore e l'incredulità di tutti, effettivamente, lo spettro elettromagnetico - segnatamente alle onde corte - ci si è presentato quasi completamente muto. Potete leggere di più su http://ik1qld.blogspot.it.
Angelo Brunero IK1QLD -