Editoriale: Nuove modalità, ne parliamo?

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Creato Lunedì, 13 Agosto 2012
             
  
    Editoriale del Presidente IW5CGM

       FM - D-Star - IDAS - DMR - NEXEDGE - CISFSN
         Nuove modalità per ripetitori, ne parliamo?



Già da alcuni anni assistiamo all’evoluzione delle modalità di comunicazione in banda stretta nei ripetitori, dal classico analogico voce, a quello digitale, prima packet, dati, e successivamente D-Star assieme ad alcuni standard civili. Senza dubbio tale attività ha visto il giusto espandersi di questa ultima, poiché è quella che ha permesso voce e dati assieme, e seppur nata con altri interessi, mono marca e costosa, ha avuto comunque la finalità per il mondo del radiantismo, con apparati ripetitori e strutture (Trust server.etcetc). Che poi molti radioamatori, ed in particolare la nostra associazione, abbiano cercato di trovare soluzioni funzionali e funzionanti a basso costo, che permettessero la libera attività non vincolata al solo acquisto a scatola chiusa,  non ha fatto altro che farla progredire fino ai limiti del suo funzionamento tecnico, oltre a farla maggiormente conoscere tra gli OM. ( anche ai giapponesi della ICOM a Friedricshafen).

Questo passaggio è stato altresì importante per ribadire che i radioamatori, sono persone libere e che vogliono poter interagire con i sistemi che usano, modificandoli, personalizzandoli, creando nuovi orizzonti ed anche nuove problematiche, ma sempre ai fini della loro attività radiantistica. Credo sinceramente che l’ingiusta diceria che siamo solo capaci a comprare apparati, antenne e mettersi a parlare, sia di quanto più sbagliato possa esistere, e rende l’idea di un mondo del radiantismo in generale sicuramente non italico, e per quanto mi riguarda, sicuramente non da soci CISAR.

Di pari passo, nel mondo a noi parallelo per vicinanza di frequenze, ( ma non di interessi), cioè quello delle radiocomunicazioni PMR ( Private Mobile Radiocommunication) civili, le varie aziende hanno iniziato a produrre apparati con modalità digitali, sostanzialmente percorrendo due strade: gli FDMA ( Frequency Division Multiple access) ed i TDMA ( Time Division Multiple Access), ognuna con le proprie caratteristiche, con i propri pregi ed i propri difetti, di cui parleremo però tra qualche tempo attraverso una prova comparativa. Già noi iniziammo a “sperimentare” l’IDAS tre anni fa, con un ripetitore RU 27alfa su Alpe di Poti (AR)<<click to see>>, poi RU15 TRI-Modalità in AMIATA, ma anche se i risultati dal punto di vista tecnico erano migliori del DSTAR, la divulgazione e la sperimentazione erano praticamente impossibili, oltre che riservate ai soli operatori del settore PMR che disponevano di software ed accessori non certo nati per il radiantismo.

E qui sta proprio il punto:

Sempre più frequentemente vi è un certo interesse per le modalità non certo concepite per i radioamatori, vedi IDAS, NexEDGE e ultimamente DMR, e su cui credo proprio, ma spero di essere smentito, che ben poco si possa modificare od implementare. Onestamente non so se già esistano delle schede che possono, come per il DSTAR, essere compatibili con quelle modalità, ma se così non fosse, se non fosse cioè possibile in alcun modo metterci mano, da dove nasce questo interesse e soprattutto “ Cui Prodest” visto che non ci sono certo apparati per radioamatori ad esempio dal famoso utilizzatore del DMR? Bene, la risposta potrebbe essere da ricercare in quella che è la potenzialità stessa dei radioamatori, ma non solo sotto il profilo tecnico, ma di capillare presenza in tutte quelle strutture ove ci sono radio da usare: pubbliche amministrazioni, istituzioni, Croce Rossa, Protezione civile etcetc…, chi si occupa delle radiocomunicazioni quasi sempre è un radioamatore.

E’ chiaro quindi che, al di là dei buoni propositi scevri da qualunque interesse economico, involontariamente possiamo essere causa effetto di scelte di questa o quella marca, e questo dal mio punto di vista non esiste proprio, specie quando queste possano rappresentare uno spiraglio per poter disporre di apparati che nulla hanno con il mondo dei Radioamatori e della loro sperimentazione, e che sono completamente chiusi a qualunque interazione con essi. C'entra qualcosa con lo spirito di studio e sperimentazione?

Ben diverso ritengo sia il discorso riferito alla Protezione Civile, ove le Associazioni che si sono organizzate in maniera legittima ( e qui chi ha orecchie intenda anche alla luce delle ultime blasonate “cancellazioni”) ad esempio il CISAR con RNRE, che hanno una frequenza nazionale in uso sui 170 MHz regolarmente autorizzata, certo è che debbano usare apparati notificati per quelle frequenze, e non certo i radioamatoriali modificati che non sono regolari, e che in caso di necessità possano essere usati da tutti i volontari, radioamatori e non, al contrario di quelli su nostre frequenze, che come sappiamo possono usare solo i radioamatori. In queste reti noi mettiamo la nostra esperienza, ma proprio per la loro finalità ed loro utilizzo devono essere fruibili con la maggioranza dei modelli e dei sistemi/modalità disponibili, e qui mi dispiace ma l’analogico batte tutti: non posso dire in emergenza se tu hai una radio XXX con modalità kkk parli e tu che non ce l’hai no…oppure te la compri, ma via scherziamo?

Ritengo utopistico pensare che queste modalità vengano aperte dalle aziende liberamente ai radioamatori, almeno per il momento, a basso costo e soprattutto con la possibilità, per chi li voglia, di prodotti specifici, e quindi sinceramente avere delle radio firmate, che userò solo con una ristrettissima cerchia di persone imponendo questa o quella marca, a mio giudizio è sbagliato, anche se non nascondo che a molti averle per giocarci…è sempre meglio di non avere nulla.

Intendiamoci, ben vengano attività di studio e conoscenza di tutte delle modalità, anche quelle ad uso commerciale, ma solo se poi queste vengano effettivamente aperte e messe a disposizione della comunità radioamatoriale per implementarle, migliorarle, peggiorarle, non importa, ma per esserne parte.

Dico ciò perché altrimenti si corre il rischio di divenire patners, involontari o meno, di questa o quella marca e non lo reputo eticamente corretto, almeno per quanto riguarda il CISAR io non sarò mai d’accordo.

Questo non significa che non collaboreremo con chi ci metterà a disposizione della tecnologia, o ci dà una mano, lo abbiamo sempre fatto e continueremo a farlo, vedi nel sincrono, nel WI-FI nello stesso D-STAR seguito a breve da Nexedge, e pochissimi giorni fa pure con DMR attraverso un meeting organizzato dal buon Germano, cercando però di tenere ben lontani gli aspetti al di fuori del radiantismo, almeno nelle nostre reti radioamatoriali e nei rapporti interpersonali, ma senza esimerci dalle critiche se vi sono le motivazioni: che i ripetitori ICOM avessero prestazioni scadenti<<<click to see>> per quanto costavano, ed il perché, lo abbiamo tirato fuori noi, nonostante che ne avessimo in uso dall’importatore. Mi pare logica ben diversa da chi invece ha fatto passare collegamenti video via D-STAR a 1200 MHz, mentre erano collegati via web…, la storia la conosciamo in tanti.

Ad ogni buon conto le attività devono andare avanti, e, ripeto, tutto quello che si fa per studio e passione è il benvenuto, vediamo allora di farlo in serenità ed in accordo con tutti coloro che se ne occupano, accordandosi sui metodi, sui modi, ma soprattutto sulle poche risorse che abbiamo a disposizione in termini di frequenze, anche perché libera sperimentazione vuole dire anche che chi decide di farsi un ripetitore del genere sopra citato, lo possa fare tranquillamente senza discutere con nessuno.

Qui occorre un breve ritorno al passato, esattamente negli anni 2005-2007, anni in cui le maggiori associazioni dei radioamatori si incontrarono più volte attorno ad un tavolo all’allora Ministero delle Comunicazioni, per accordarsi in linea di massima su come usare le bande di frequenza per i ripetitori, dopo il caos generato dall’anarchia nelle scelte di frequenze con l’entrata in vigore della 259/2003 cioè del Codice delle Comunicazioni Elettroniche, pianificate nelle richieste solo ( e qui posso dirlo perché io c’ero) dal CISAR attraverso il Sistema di Gestione Telematico SA.

AL di là di questa precisazione, che fa parte della storia, gli allora rappresentanti dopo vari incontri terminati nell’Aprile 2007, addivennero a 5 Documenti che dettavano le prime linee, le ripartizioni e le modalità per i sistemi automatici nella banda UHF e parte di VHF.

Si iniziò da lì a parlare di allocazioni per la modalità digitale D-STAR, e mi pare fu proprio il rappresentante ARI a proporre la porzione di Banda da riservare, che assieme a tutte le altre cose approvammo.

Il seguito è ben conosciuto, il Ministero ha ignorato tre anni di lavoro interassociativo, recependo sì le frequenze, ma lasciando sostanzialmente a chi chiede le autorizzazioni il rispetto o meno di tali accordi. Noi ci siamo sempre attenuti come anche gli altri firmatari, nonostante il cambio più volte di alcuni CDN, quando ci siamo sentiti dire che quello che avevano firmato "quelli di prima" non interessava. e qui mi riferisco proprio all’ARI, anche se da allora sono cambiati di nuovo i personaggi. Non esprimo il mio parere sulla serietà di questa affermazione sentita con i miei orecchi, ne sono seguite altre nel corso degli anni anche diametralmente opposte tra di loro, del resto nello stesso periodo temporale dei miei tre mandati nel CISAR, in Ari sono passati ben cinque rappresentanti diversi, per ora.

Ma riflettiamo sul perché questi documenti siano importanti: se si parte dal concetto che ogni radioamatore usa passione per l’attività, anche chi installa e gestisce ripetitori, lo fa per divertirsi, studiare, creare inventare ed in più mette tutto ciò a disposizione di tutti, è plausibile che voglia farlo senza dover litigare con nessuno per interferenze. Questo sentimento comune a livello associativo ha permesso, prima ed unica volta nella storia del radiantismo in Italia, di trovarsi tutti d'accordo, un punto di riferimento, un patto che mai era avvenuto prima. Chiaro che a chi vive sempre nelle discussioni o se ne frega degli altri  questo non sia mai andato a genio. Ma la storia resta e questa fu una grande vittoria per ricompattare i sodalizi.

Ma quale era il punto comune? Il pensiero che seppur vero che la grande democrazia della 259 permetteva a tutti di attivare sistemi su tutte le frequenze  assegnate che, ricordo, sono ad uso collettivo, l’anarchia scaturita dall'assenza di ripartizioni in essa e dalla poca civiltà di taluni, portavano solo confusione e discussioni nel farlo, aprendo la via ad atteggiamenti di arroganza sia da parte delle associazioni che da quella dei privati.
Fissando invece dei parametri tecnici, di allocazione di frequenza, modalità di emissione e di tipologia ( locale – regionale - nazionale), si davano delle linee altresì democratiche, poiché esse sono uguali per tutti, per permettere di accendere sistemi in coordinamento con gli altri.

Su questo pensate che siamo stati i precursori di quello che poi sarebbe stato sul digitale terrestre tv, difatti prima in analogico ogni emittente accendeva dove voleva, compatibilmente con i rapporti di protezione, in termini di frequenza. In digitale invece, si hanno canali specifici assegnati alle Nazionali ed altri alle locali, per evitare che si interferiscano e per razionalizzare lo spettro. Su questo punto se volessimo discutere sulla vera democrazia che è stata portata con la 259, mi spiegate come può esserci quando si permette ad un singolo di inficiare il lavoro di un gruppo? Centinaia di OM che operano intorno ad un sistema, tipo il nostro famigerato Link Nazionale, magari bloccati da un singolo con un ripetitore locale sul campanile che ti dice: io faccio quello che voglio ho l’autorizzazione. Grande vittoria di Pirro.

In ogni caso, le associazioni firmatarie, in linea generale rispettano la ripartizione, e da tempo hanno smesso di discutere tra di loro, cercando di mettersi d’accordo quando sorgono problemi, certo non sempre si risolve dipende sempre da chi hai davanti, ma i casi positivi sono sempre più frequenti. Poco da fare invece con i soliti furbetti che esistono ovunque, specie quando riconoscono gli accordi solo dove gli fa comodo: ad esempio la frequenza, ma non la ripartizione. Ma l’Italia è piccola, e pian  piano si ritrovano isolati da tutto e da tutti, contenti loro…

Vi allego tali documenti, perché ritengo che potremmo ripartire proprio da questi, aggiornandoli, per pianificare le future attività, le nuove ripartizioni i diversi passi di duplice, creando un database comune, con un software  che il CISAR a breve cercherà di mettere a disposizione, con la speranza di ritornare all’odierno Dipartimento delle Comunicazioni, tutti insieme per ricordargli che esistiamo e vogliamo decidere noi le attività future, evitando come fece il mio amico Alfredo, di andarci da soli il giorno prima, e rivolgendomi a Graziano perché mantenga la linea promessa, senza fare gli stessi errori del suo predecessore. Chi sono Alfredo e Graziano? Due radioamatori come me, che tutti conosciamo e che a loro modo hanno dato prima, o danno adesso, il loro contributo per il loro sodalizio, ma ritengo che l’unica strada per farlo seriamente sia quella della collaborazione interassociativa: dall’amico Fausto, a Carlo, a Marcello, a Giuseppe, ad Emanuele, ed a tutti i rappresentanti anche delle associazioni più piccole, uniamoci per poter svolgere in armonia l’attività radioamatoriale, questa potrebbe essere una nuova opportunità di sedere di nuovo insieme, analogica o digitale che sia.

Fm, gmsk, ofdm, idas, nexedge, dmr, Cis-sfn?…basta sia radiantismo.

 

Che ne dite ne parliamo?

Ripartizione Frequenze uhf.pdf
Note sulla ripartizione.pdf

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Giuseppe IW5CGM

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