Le origini del Trasponder Nazionale...

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Creato Venerdì, 01 Ottobre 1999
Quella che segue cercherà di essere la cronistoria del Trasponder Nazionale, un progetto ambizioso che nasce interno della nostra Associazione C.I.S.A.R., che vede appunto nel proprio statuto una delle sue applicazioni, in quanto a sperimentazioni e prove.

La Associazione C.I.S.A.R., a partire dal 1981, anno in cui venne fondata da un gruppo di Radioamatori della capitale, si prefigeva di eseguire esperimenti sulle bande VHF e superiori, dal momento che poca era la attività svolta, ma molta era la materia su cui lavorare.

E proprio il sistema Trasponder apparve subito un obiettivo su cui riflettere ed incentrare i propri sforzi. Già da tempo si erano sviluppati i ripetitori singoli, e la qualità del servizio offerto era stato riconosciuto ed apprezzato in moltissime occasioni in cui, con un semplice portatile a batteria, si potevano effettuare collegamenti al di fuori della città e, magari, della regione.

All'epoca alcune decine di Radioamatori di diverse zone d'Italia, si prodigavano per collegare altri ripetitori già esistenti sparsi, e le prime esperienze davano ottimi risultati.

Ricordiamo che addirittura Pippo Baudo, nel corso di una sua instancabile "Domencia In", invitò tre Radioamatori, il Presidente del C.I.S.A.R. I0PMW Paolo Mattioli, il Presidente dell'A.R.A.C., Associazione Radioamatori e Computeristi, nata in seno al C.I.S.A.R. a Roma, I0ILM Mauro Giorgini ed un tecnico del Nord Italia IV3KRW, Elvio Incas Levi.

Con dei piccoli portatili, effettuarono alcune dimostrazioni ai presenti e ai telespettatori domenicali, di come era possibile collegare l'Isola d'Ischia ed il Veneto, impegnando un Trasponder trasportabile, istallato appositamente nei pressi di Piazzale Clodio, sede RAI di Roma, in una vettura, che era collegato ad un ripetitore di Roma, che a sua volta agganciava tutta la tratta nazionale.

Cercheremo di vedere cosa é e come é fatto un trasponder.

Qui di seguito, ci piace pubblicare una cartina che sembrerà estremamente imprecisa e poco professionale, ma questo è un documento storico, visto che rappresenta il primissimo documento attraverso il quale il gruppo tecnico preordinava i primi movimenti sul territorio italiano.

Infatti, i primissimi passi vennero fatti sulla base di questo schema di collegamenti, presi in prestito dalla Televisione di Stato - ricordiamoci che stiamo parlando dei primi anni del 1980. In quest'epoca le frequenze utilizzate per i trasferimenti erano i 430 Mhz, assolutamente liberi da traffico e da ogni disturbo, vista la poce diffusione che vi era. Le varie regioni italiane, venivano agganciate da queste tratte a 430 Mhz, su ripetitori presistenti.

In un ipotetico dizionario dei vocaboli radioamatoriali, la dicitura "Trasponder" indicherebbe una sorta di ripetitore che funziona su due frequenze diverse, di due bande diverse (VHF-UHF).

D’altra parte, il vocabolo "Link" starebbe per un ripetitore che funziona con due frequenze, appartenenti alla medesima bande (VHF-VHF opp. UHF-UHF).

Assodato quanto detto, il sistema nazionale di collegamenti esistente oggi, è dato da una serie di ripetitori locali, operanti per la maggior parte dei casi nella banda UHF, che sono collegati tra loro da alcune coppie di frequenze, che potremmo azzardare a chiamare "interlink", nella speranza di non creare ulteriore confusione di idee.

Cominciamo a fare un esempio, partendo dalla situazione più semplice: abbiamo due città, Roma ed Arezzo, in cui funzionano due ottimi ripetitori, un VHF a Roma ed un UHF ad Arezzo, con un ottimo raggio di copertura ciascuno. Una volta trovata una postazione intermedia, e cioè a metà strada tra Roma ed Arezzo, qui sarà possibile istallare un ricetrasmettitore bibanda (VHF/UHF), lo sintonizziamo sulle due frequenze note ed inseriamo la funzione di commutazione automatica (per l'appunto "trasponder").

Dal punto di vista puramente pratico, diremo che, quando qualcuno trasmette sul ripetitore VHF locale di Roma, nella postazione intermedia l'apparecchio commutato su Roma riceve e ritrasmette il contenuto sulla frequenza UHF di Arezzo, in modo tale che ad Arezzo possano sentire ciò che viene detto sul ripetitore di Roma.

Ovviamente, se i segnali vanno da Roma ad Arezzo, è necessario che facciano la stessa strada all'incontrario, e più precisamente da Arezzo a Roma.

Questa è senza alcun dubbio la situazione tipica più semplice, sia dal punto di vista economico, visto che si tratta di un apparecchio unico, che si trova facilmente in commercio, e già pronto per operare da ripetitore, e dunque con ottimi risultati in merito a qualità di modulazione e velocità di commutazione. Anche per le antenne, sono sufficienti due piccole direttive, istallate anche vicine tra loro.

La situazione si fà decisamente più delicata, allorqando bisogna effettuare tale lavoro tra due frequenze della stessa banda: in questo modo, è necessario costruire ed assemblare due ricetrasmettitori monobanda, una interfaccia di collegamento tra essi, lavorare anche sulle modulazioni, mediante l'introduzione di circuiti che equalizzino i livelli audio, ed accopiarli tra loro.

Ed il lavoro diventa ancor più delicato, per quanto riguarda il funzionamento delle due antenne, che, ricordiamo, devono lavorare sulla medesima banda, e dunque devono necessariamente essere installate a debita distanza, e i rispettivi segnali devono essere "puliti" da appositi filtri in cavità, per evitare i ben noti inconenienti da desensibilizzazione.

In effetti, la questione si fà seria, quando le due frequenze da commutare sono molto vicine, ad esempio 435.325 e 435.275: si rende assolutamente necessario evitare che la parte trasmittente del primo RTX, interferisca sul ricevitore del secondo, in considerazione della vicinanza delle frequenze in questione.

Nel corso dei nostri prossimi incontri, cercheremo di verificare come ciò sia possibile, anche con 'ausilio di coloro che hanno da anni già operato tali accorgimenti; è nostra intenzione, infatti, descrivere le varie istallazioni delle regioni italiane che oggi sono collegate nel sistema Trasponder Nazionale.

Ma vogliamo vederle assieme tutte le frequenze, una volta per tutte ?

Per prima cosa, corre l’obbligo dire che tutto ciò che è stato fatto, lo si deve per lo spirito di abnegazione e per la grande preparazione tecnica dei nostri amici, che, lo ripetiamo ancora una volta, si sono dati da fare gratuitamente e volontariamente, con proprie apparecchiature, rosicchiando tempo libero alla famiglia, agli hobby e al proprio lavoro.

Per questo motivo, il sistema vive un continuo mutamento, dovuto alla accensione e/o allo spegnimento di tratte e ripetitori, a seconda delle situazioni contingenti.

L’attuale sistema nazionale è composto da un numero minimo di 8-10 ripetitori, sparsi nelle regioni italiane, e collegati tra loro da "interlink" in 430 e 1200 Mhz.

Il primissimo collegamento di questa serie, risale al Gennaio 1991, tra il ripetitore RU9 del Col Visentin (Treviso) - 435.025 ed il ripetitore RU5 di Monte Cavo (Roma) - 435.325

Per collegare questi due segnali, per altro molto distanti tra loro, vennero istallate due apparecchiature bibanda 430/1200 Mhz, la prima sul Monte Fumaiolo, che riceveva il Col Visentin e lo ritrasmetteva in 1200 Mhz con una antenna direttiva verso Roma; il secondo RTX era istallato sul Monte Cosce (Rieti), e riceveva i 1200 dal Nord, e lo ritrasmetteva verso il Monte Cavo di Roma; dopo questi 500 Km. il segnale di Roma poteva essere ascoltato in Veneto, e viceversa.

Le potenze utilizzate erano davvero basse: 1 Watt per le UHF e 150 mW per i 1200 Mhz, dal momento che pur essendo le tratte molto distanti, erano a vista ed in altura (+/- 1400 metri s.l.m.).

Sembra di aver inventato qualcosa di straordinario, ma come vedete le cose sono molto semplici.

A partire da questa data, è stato un susseguersi di nuovi collegamenti, nuove tratte, nuovi amici che, una volta venuti a conoscenza di tale sistema, ne rimanevano entusiasti, e si prodigavano nel collegarsi "in rete".

Allo stato attuale, risultano collegati i seguenti ripetitori:

Ripetitore
Frequenza Uscita
Località
Note
RU9
435.025 MHz
Col Visentin (TV)
 
RU10
435.450 MHz
M.te Campione (BS)
 
RU0
435.200 MHz
M.te Renon (BZ)
 
R4a
145.7125 MHz
Trieste
 
R8a
145.200 MHz
Serra S. Quirico (AN)
+600 kHz
RU9
435.425 MHz
M.te Amiata (GR)
 
RU5
435.325 MHz
M.te Cavo (RM)
 
RU9
435.425 MHz
Roccaraso (AQ)
 
RU8
435.400 MHz
M.te Vulture (PZ)
 

A questi segnali, diciamo, più o meno stabili, bisogna aggiungere molti altri segnali che sono attivi, ma non in maniera definitiva o non sempre collegati al sistema:

Ripetitore
Frequenza Uscita
Località
Note
simplex
145.2375 MHz
Civitavecchia (RM)
simplex
simplex
145.200 MHz
M.te Limbara (OR)
simplex
RU10
435.450 MHz
M.te Lipari (ME)
 
RU9
435.075
M.te Maielletta (AQ)
 

Altre ancora sono sul punto di agganciarsi, ma ancora non ci sono informazioni precise in merito a frequenze e postazioni:

- Campo Staffi - Potenza - Liguria, etc.

Per la grande varietà di contenuti, per la loro vastità e complessità, e per la natura squisitamente tecnica delle connessioni tra le tratte, il Consiglio Direttivo Nazionale C.I.S.A.R. ha già da quattro anni istituito un Comitato Tecnico dei manutentori del sistema, che si riunisce almeno due volte l'anno, per pianificare ed organizzare la copertura delle varie zone italiane. L'ultima di queste riunioni si è tenuta nel mese di Maggio a Melfi (PZ), mentre altre sono state organizzate a Bologna, Foligno, Roma.

Come già detto, speriamo a partire dalla prossima volta, di entrare più specificatamente nel merito, descrivendo ogni singola istallazione e soluzione tecnica adottata, per cercare di capire come funziona il sistema nazionale di collegamenti, attivo oramai da alcuni anni in Italia.

La nostra Segreteria Nazionale è a Vostra disposizione: domande, richieste, dubbi, delucidazioni; noi risponderemo a tutti coloro che vorrano intervenire. La nostra ferma opinione è che è necessario parlare di Radio, di come funziona, a cosa serve, delle Leggi che ne regolano il funzionamento; di tutto ciò che spinge alcuni milioni di uomini ad essere Radioamatori.