Digital Voice : Danni all'udito degli OM ?

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Creato Martedì, 01 Aprile 2014

                
     

            DIGITAL VOICE

     Danni all'udito negli OM?

              <<FOOL'S DAY>>

                                         

La diffusione negli ultimi anni delle tecniche digitali fonia/dati  nelle attività dei radioamatori, partendo dal DSTAR  e poi all'attuale DMR, è stata oggetto di una ricerca della università americana  Massachussets Institute of Technology, la quale ha portanto alla luce risultati non certo incoraggianti...

Il grande ateneo, prendendo spunto da segnalazioni di OM americani, ha effettuato vari test per un paio di anni su colleghi che utilizzano le nuove tecniche digitali per comunicare, al fine di capire l'impatto timbrico/sonoro sugli stessi e la difficoltà del cervello nel percepire i suoni ricomposti dall'AMBE2  vocoder digitale.

  Tutti sanno che nella fase di trasmissione la voce viene convertita da segnale analogico a digitale, trasmessa, ricevuta  e riportata udibile con un convertitore Digitale/analogico  che più o meno fedelmente ricompone il suono. Difatti se avete avuto modo di ascoltare il D-STAr o il Dmr vi renderete conto che l'effetto " da ubriaco" caratteristico è sinonimo di non perfetta ricostruzione di tale segnale.
Questo a livello di incoscio, affatica il cervello e lo abitua a sentire e capire i suoni in maniera del tutto differente da quelli normali, cercando questo nostro stupendo organo di adeguarsi.

Alcuni OM americani che fanno molto uso della HF, si sono accorti però che alla lunga questo impedisce, o quanto meno limita, la loro comprensione dei segnali analogici, specie quelli in ssb, ove immersi nel rumore orecchie allenate riescono a sentire laddove altre non  comprendono nulla. L'università del Massachussets, ha in effetti dimostrato che l'abitudine del cervello a sentire segnali ricostruiti porti ad un effettivo modo diverso di percezione auditiva, e quindi ha consigliato di limitare le ore giornaliere di ascolto con quella tecnica. L'effetto è comunque regredente, e quindi gettando via tali apparati dopo un pò di  tempo ( variabile a seconda del soggetto) la situazione torna normale.

In particolare il DMR , che con il doppio time.slot permette due comunicazioni differenti simultanee, risulta particolarmente  aggressivo nei confronti del cervello che viene stimolato da due segnali. quello diretto del time slot che si occupa, e quello rovesciato di fase e pseudo-annullato, del tiime.slot non utilizzato.

Per una conferma tutta italiana, ci siamo rivolti ad un grande  OM che per lavoro è esposto anche alle comunicazioni digitali, IK5HHA Luca, tra l'altro amante dei DX in HF, con quasi tutti i Country collegati in  tutte le bande.


Luca testualmente cita: In effetti mi sono accorto di questa problematica che in primo luogo  attribuivo ad altri fattori quali stanchezza o ecufeni, di fatto dopo una lunga giornata di ascolto con apparati digitali, quando alla sera vado in stazione  ho come la sensazione di riascoltare nel QRM e QRN il classico segnale ricostruito DV, che mi disturba nella percezione dei flebili segnali di stazioni QRP, non riuscendo sempre a capirne il significato. In effetti  stando lontano alcuni giorni dal mio impiego, questa sensazione cala gradatamente.

Ringraziando Luca per il suo contributo invitiamo a documentarvi  al fine di non abituare molto il cervello ai segnali digitali che , chissà, magari con il troppo uso dalle orecchie i problemi migrassero più in alto.

C.P.A.C.






 

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